M16 Nebulosa Aquila e M17 Nebulosa Omega wide field con M18 e NGC6596
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Ammassi Aperti Nebulose

Fotografia astronomica M16 Nebulosa Aquila e M17 Nebulosa Omega wide field con M18 e NGC6596
La Nebulosa Aquila M16 è una regione di formazione stellare HII, giace nella costellazione della Coda del Serpente ed è formata da un giovane ammasso aperto associato ad una nebulosa a emissione di idrogeno ionizzato (IC4703). La sua distanza da noi è stimata in circa 5700 anni luce, nella zona media del Braccio del Sagittario: contiene i famosissimi Pilastri della Creazione, le spettacolari colonne di gas oscuro originate dall'azione del vento stellare delle componenti dell'ammasso centrale, da cui il nome della nebulosa stessa.
La Nebulosa Omega M17 è una nebulosa a emissione, scoperta da de Chéseaux nel 1746 e riscoperta da Charles Messier nel 1764, situata nella costellazione del Sagittario. Si tratta di una regione H II in cui è attiva la formazione stellare, resa brillante dalla radiazione luminosa delle stelle giovani e calde, di classe spettrale B (giganti blu) in essa formatesi; Alcune di queste stelle sono radunate a formare un ammasso aperto di 35 stelle, molto oscurato dalle polveri. Il colore rosso vivo della nebulosa è dovuto all'eccitazione degli atomi di idrogeno, che emettono radiazione Hα; la massa della zona più luminosa è pari a 800 masse solari. Nell'infrarosso, si è potuto osservare un numero elevato di nubi favorevoli alla formazione di stelle. Al centro della nebulosa si troverebbe un ammasso aperto di una trentina di stelle coperte dalla nebulosa. Il diametro della nebulosa sfiora i 40 anni luce.
Interazioni fra la Nebulosa Omega e la Nebulosa Aquila
La Nebulosa Omega e la Nebulosa Aquila si presentano in cielo molto vicine, separate da appena 2,5°; studiando le rispettive distanze emerge che esse si trovano vicine anche fisicamente, trovandosi a poche centinaia di anni luce l'una dall'altra. Basandosi sulle mappe delle emissioni al 12CO si può notare che le due nebulose sono effettivamente connesse da una debole fascia nebulosa, visibile anche nelle immagini riprese a lunga posa e sensibili anche al vicino infrarosso; ciò indicherebbe che le due nubi, alle quali se ne aggiunge una terza catalogata come Regione III a sudovest della Omega, sarebbero parte di un vasto complesso nebuloso molecolare di cui esse rappresentano le aree più dense in cui ha iniziato ad avere luogo la formazione stellare. A queste nubi si aggiungerebbe pure il complesso di Sh2-54, cui è connesso l'ammasso aperto NGC 6604, la cui relazione con la Nebulosa Aquila era già nota anni prima.
Secondo gli scienziati, è anche possibile definire un'evoluzione su scala temporale della nube molecolare: la prima regione dove la formazione stellare ha avuto luogo è quella settentrionale, coincidente con Sh2-54, che ha dato origine ad alcune brillanti associazioni OB circa 4 milioni di anni fa; in seguito i fenomeni di formazione hanno interessato la regione della Nebulosa Aquila, 2-3 milioni di anni fa, e solo recentemente (1 milione di anni fa) la Nebulosa Omega. Le cause dell'estensione dei fenomeni di formazione possono essere state diverse: potrebbe infatti essere stata causata da un grande effetto domino in cui le nuove stelle col loro vento stellare hanno compresso i gas delle regioni adiacenti facendoli collassare su se stessi, oppure la compressione potrebbe essere stata causata dall'esplosione di più supernovae originate dalle stelle più massicce derivate dalla formazione. Un'altra possibilità potrebbe essere invece che la compressione dei gas sia avvenuta man mano che il complesso nebuloso entrava nelle regioni più dense del braccio di spirale su cui si trova. La nube molecolare gigante possiede una forma a superbolla e molte delle sue stelle giovani associate vi si trovano all'interno; la superbolla tuttavia sembra avere un'età di alcuni milioni di anni superiore a quella della nube stessa, indicando che si tratta di una struttura già esistente prima dell'afflusso della nube. L'interazione con questa superbolla (e non i suoi effetti di espansione) potrebbero essere stati all'origine dei primi fenomeni di formazione stellare nella regione. Secondo alcuni autori questa regione potrebbe essere ancora più estesa, inglobando persino la Nebulosa Laguna, anch'essa nel Braccio del sagittario sebbene si trovi leggermente più vicina a noi, e forse anche la Nebulosa Trifida, anche se questa si trova piuttosto lontana. (estratto da wikiwand)
Fotografia astronomica M16 Nebulosa Aquila e M17 Nebulosa Omega wide field con M18 e NGC6596 : 3 ore di integrazione con obiettivo Canon EF USM 300 f/4 in 18 pose da 600s a 800iso con la reflex Canon 60Da CentralDS senza filtro e sensore a -14°, su Avalon Instruments M-Zero autoguidata dalla Lacerta MGenII, dal cielo di Forca Canapine.
Oggetti astronomici presenti nel campo dell'immagine con annotazione astrometrica:
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